Le Dolomiti sono state da sempre un patrimonio per le comunità che ci vivono e la nostra cultura è sempre stata improntata alla cura del territorio nonostante l'inevitabile sviluppo turistico. Ora questo patrimonio è stato universalmente riconosciuto dall'Unesco e dobbiamo esserne fieri.
In quest'ottica siamo cresciuti e abbiamo cercato di preservare il luogo in cui nostro padre ha costruito il rifugio seguendo i continui miglioramenti tecnologici in campo di risparmio energetico e compatibilità ecologica in modo da permettere a chi frequenta queste montagne bellissime di trovare il giusto equilibrio tra modernità turistica e natura incontaminata.
Montati negli anni '90 i nostri pannelli solari di tecnologia inglese Thermomax avevano in quegli anni una produzione doppia di energia. Ora siamo ad una produzione in linea con i pannelli tradizionali, ma la loro leggerezza sul tetto e penetrabilità al forte vento li rendono ancora preferibili in montagna. Il sistema di riscaldamento avviene sottovuoto grazie ad un gas/liquido semiconduttore che permette di avere una quantità minore di liquido all'interno dei collettori e dell'impianto.
Un ' ulteriore, ma non meno importante, fonte di riscaldamento viene dalla refrigerazione. Pe produrre freddo si produce caldo che attraverso una pompa di calore riscalda l'acqua all'interno dello stesso boiler del solare . Il bruciatore a gasolio interviene solo in caso di bisogno per raggiungere la temperatura necessaria.
Le ampie finestre della sala permettono non solo una vista strepitosa sulle Dolomiti, ma anche un effetto serra all'interno. Anche nelle camere e camerate la dispersione di calore è limitata da serramenti con vetro camera di nuovissima tecnologia. Tutti questi accorgimenti, in un luogo dove le temperature esterne sono spesso sotto lo zero con punte fino a -25, ci hanno permesso di migliorare il servizio di riscaldamento della casa con notevole soddisfazione della clientela, senza incidere sui costi.
La nostra esperienza con il fotovoltaico è ormai decennale e, anche se di ridotte dimensioni a causa della metratura del tetto, è da considerarsi certamente positiva. Consente di ridurre i costi di corrente elettrica durante le stagioni e di mantenere attivo il rifugio nei fuori stagione.
Forniamo la corrente in rete e quando non viene usata produce un credito a nostro favore.
L'acqua è un bene primario, lo sappiamo tutti, ma non ci pensiamo mai, apriamo i rubinetti aspettandoci che l'acqua ci sia, anzi "deve" esserci. In montagna non è sempre così e al Lagazuoi per averla abbiamo sempre lavorato molto . Tutta la zona a nord, che una volta era un ghiacciaio, presenta una conformazione geologica carsica e anche dopo copiose piogge l'acqua sparisce in fretta nel sottosuolo per riapparire circa 600m più in basso. Nel 1987, con la ristrutturazione e l'ampliamento della capacità ricettiva abbiamo costruito una vasca in cemento da 320mc che raccoglie tutte le acque possibili a 3000m, di neve in primavera, piovane dal tetto e di pompaggio dal passo Falzarego durante le stagioni di maggior afflusso turistico. Tutto questo ha dei costi continui e se ci aggiungiamo filtraggio e clorazione il prezzo applicato sulla doccia è ampliamente giustificato e serve a dare un valore a ciò che stiamo usando.
Non essendo acqua corrente, ma di deposito viene usata per uso alimentare soltanto se fatta bollire.
Le acque nere, attraverso una tubazione di 2,5km, vengono portate ad una vasca Imhoff al Passo Falzarego e gestite da ditte autorizzate.
Fatene quindi buon uso dell'acqua che trovate al Lagazuoi e portate con voi questa esperienza di risparmio, ci servirà in futuro!
Riciclare è diventata un'attività comune e di tutti i giorni nelle società civilizzate, ma riciclare riducendo gli ingombri e quindi il volume di materiali è per noi una sfida continua da tanti anni. Gli spazi limitati e i costi di trasporto a valle contribuiscono ad aumentare la spinta a ridurre al massimo la quantità di "rifiuti".
Abbiamo incominciato nel lontano '83 con l'acquisto di un macinatore che riduce a 1/6 il secco per continuare negli anni successivi acquistando prima una pressa per la plastica e il cartone e l'anno scorso una pressa a tre scomparti che imballa cartone e lattine.